In questi mesi così particolari del 2020 il trend degli e-commerce ha spiccato il volo, soprattutto per via del periodo di lockdown e della scoperta “improvvisa” di tutti i vantaggi dello shopping online. Di riflesso, molti brand si sono organizzati per poter sfruttare al massimo questa opportunità, ed è un discorso che riguarda anche il mondo del fashion. Diversi marchi e case di moda, infatti, hanno preso la palla al balzo per creare un e-shop o per aggiornare il vecchio portale e-commerce. Altri ancora, purtroppo, faticano ad entrare nell’ottica della cosiddetta UX (user experience), dedicando poche attenzioni al viaggio compiuto dagli utenti sul proprio sito: un viaggio che dovrebbe alla fine portare alla conversione in acquisto, ma che spesso si fa lungo ed estenuante.
Troppi clic per acquistare moda online (ma non in Italia)
Come anticipato poco sopra, spesso gli utenti faticano a trovare ciò che cercano, affrontando un vero e proprio viaggio dentro siti costruiti male e con menu poco chiari e intelligibili. La conseguenza? Troppi clic equivalgono ad un calo delle conversioni in acquisto, perché soltanto i più assidui arrivano al check-out, mentre i più “pigri” si stancano quasi subito. In altre parole, ridurre la quantità di clic necessari per giungere al proprio obiettivo vuol dire aumentare di molto il tasso di conversione, e di riflesso anche il fatturato. Inoltre, un portale rapido e facile da comprendere resta impresso nella memoria dell’utente, che in seguito tornerà volentieri su quel sito per ripetere l’esperienza d’acquisto. Un utente che abbandona, invece, quasi mai ritorna, e quindi significa perdere un potenziale cliente (e la possibilità di fidelizzarlo). Per fortuna, c’è anche chi ha adottato delle best practice per ridurre il numero di click, come Patrizia Pepe, Calzedonia e Diesel, insieme ad altri marchi come Zara ed Emporio Armani.
Il caso Patrizia Pepe: l’innovazione digitale e i nuovi assistenti
Il cliente al centro della propria esperienza d’acquisto: è questa la lezione impartita dalle strategie sviluppate da un brand attento come Patrizia Pepe, che per riuscire in questa mission ha sviluppato un assistente virtuale con Google. D’altronde questo marchio è sempre stato aperto alla rivoluzione digitale, tanto che accessori classici come le borse Patrizia Pepe si trovano già da tempo disponibili negli store online di moda. Tornando agli assistenti digitali, di cosa si tratta esattamente? In pratica, ci si trova di fronte ad un servizio on demand che segue l’utente in ogni tappa dell’iter, fino ad arrivare all’acquisto. Lo scopo è chiaro: far sentire il cliente al centro di tutto, offrendogli un’esperienza personalizzata e tagliata su misura per lui. Tecnologia e non solo, perché il marchio in questione non dimentica le tradizioni, dato che tiene moltissimo all’aspetto umano.
La sfida del digitale si è rivelata particolarmente necessaria da affrontare nel corso dell’ultimo anno, ma brand come Patrizia Pepe dimostrano che il web può essere un’enorme risorsa se utilizzato al meglio.